Comunicare è una parola che deriva dal latino “communis agere”, cioè letteralmente: “mettere in comune” e pertanto il significato è “condivisione”.
La storia delle immagini incomincia nelle caverne e termina, per ora, con l’iPad. DAVID HOCKNEY
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Per tutti gli esseri viventi e sopratutto per gli esseri umani è necessario comunicare.
Sul nostro pianeta 100.000 anni fa si comunicava attraverso gesti che gradualmente hanno ceduto il posto alla lingua parlata.
Fin dall’antichità l’essere umano si servivano di corde, pietre, rametti, tutto ciò che permetteva loro di poter trasmettere un pensiero.
L’evoluzione di questo pensiero si trasformò in immagini.
La Pittura
Le prime immagini che ci sono state pervenute le ritroviamo nel Paleolitico dove nasce l’Arte rupestre una delle prime forme di comunicazione dell’uomo.
Con l’utilizzo di colori minerali si dipingeva su pietra e grazie a quelle immagini oggi conosciamo la storia dell’uomo e le sue origini.
L’immagine è la rappresentazione metaforica della realtà, uno degli elaborati più complessi nella cultura, contemporaneamente, uno degli elementi fra i più mutevoli e metamorfici.
Questi dipinti rupestri si potevano già chiamare comunicazione visiva, perché avevano comunque un significato, contenevano un bagaglio di riflessioni, emozioni, percezioni che ci permettono di comprendere il modo di pensare di un’intera epoca.
La scrittura
Una delle più grandi conquiste che l’umanità ha fatto è quella della scrittura.
I primi ritrovamenti risalgono al 3400 a. C in Mesopotamia dagli antichi Sumeri.
Questa forma di scrittura consisteva in segni impressi su sigilli cilindrici destinati a convalidare contratti tra contraenti, in tacche e sbarre segnate su contenitori di argilla.
La nascita della “comunicazione scritta” segna il passaggio dalla preistoria alla storia.
L’invenzione della scrittura, si è affianca alla memoria a cui venivano fino ad allora affidate le notizie da tramandare.
La “memoria” dunque viene incisa su tavolette di argilla o altro materiale per essere tramandata nel tempo.
La Stampa
Un grande passaggio nella storia delle tecnologie comunicative è stata l’invenzione della stampa a carattere mobile da parte del tedesco Johannes Gutenberg nel 1456.
Gutenberg fu il primo tipografo ad unire le diverse tecnologie che erano state sviluppate nella prima fase dell’era industriale per creare una nuova tecnica di stampa che si sarebbe diffusa poi in tutta Europa.
Combinare la metallurgia per la fusione dei caratteri, la chimica per la produzione di nuovi tipi di inchiostro e la meccanizzazione per favorire la produzione massiccia di carta.
Dopo l’invenzione della stampa, i libri stampati sostituirono quasi immediatamente i manoscritti in quanto costavano meno ed erano molto più maneggevoli.
Tra il 1448 e il 1454, Gutenberg stampò a Magonza uno dei primi libri della storia, la Bibbia a 42 linee.
Rilevanti furono i mutamenti sociali e culturali prodotti dalla stampa dopo la sua creazione.
Oltre a dare una forma materiale al sapere e al linguaggio, essa favorì la diffusione delle informazioni in ogni parte del mondo.
Il telegrafo, il telefono e l’elettricità
Il telegrafo è un sistema di comunicazione a distanza ideato per la trasmissione di dati facendo uso di determinati codici.
La prima grande infrastruttura telegrafica della storia dell’uomo nasce nella Francia rivoluzionaria del 1793 con il telegrafo ottico dell’inventore francese Claude Chappe basato sulla trasmissione di segnali ottici a distanza.
Tuttavia, l’invenzione telegrafica che ebbe maggior successo fu quella brevettata da Samuel Morse nel 1837, un professore di disegno all’Università di New York.
Tale strumento consentiva la riproduzione delle lettere dell’alfabeto mediante un sistema di simboli composto solo da punti e linee e, fu il primo dispositivo utilizzato per le telecomunicazioni.
Dopo la sua invenzione, Il telegrafo si diffuse rapidamente in ogni parte del mondo.
I governi ebbero per la prima volta la possibilità di scambiare rapidamente informazioni con tutte le regioni dello Stato e, con la posa di cavi sottomarini, anche con le proprie colonie oltreoceano.
Il telegrafo elettrico tradizionale cadde in disuso dopo l’invenzione del telefono che grazie all’uso di onde elettromagnetiche, trasmetteva direttamente la voce.
L’installazione dei centralini rese il telefono più competitivo rispetto al telegrafo, così dal 1880 in poi questi sistemi di scambio si diffusero rapidamente.
Già dieci anni dopo era enormemente cresciuta non solo l’utenza dei professionisti, ma anche quella privata. I clienti esigevano nuove e innovative applicazioni del nuovo medium, portando a un rapido sviluppo tecnologico.
La nascita della società di massa e delle tecnologie dell’immagine
Negli ultimi due decenni del XIX secolo il sistema dei mezzi di comunicazione conosce grande modificazioni.
Le invenzioni di fonografo, telefono, cinema e radio arricchiscono in misura mai vista la gamma dei mezzi mediatici, con la conseguenza di rendere la circolazione delle idee e delle informazioni più ampia e diffusa.
Un aspetto importante della comunicazione è rappresentato dalla diffusione della fotografia.
E’ la forza dell’immagine ad emergere imperiosa dalla diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione di massa.
Prima ancora di essere trasmessi in una sala cinematografica, i grandi eventi e talvolta il semplice quotidiano, sono raffigurazioni da illustrazioni e fotografie che compaiono su pubblicazioni a stampa, periodiche, oppure occasionali, con l’intento di indurre un effetto emozionale nel pubblico.
L’invenzione della fotografia e del cinema inducono un cambiamento sostanziale di concepire l’arte e nella figura stessa dell’artista
Fotografia
L’etimologia del termine “fotografia“, letteralmente “scrivere con la luce“, evoca subito l’ambivalenza del processo fotografico, la sua natura cioè di fenomeno fisico-chimico dalle immediate implicazioni sul piano della creatività artistica.
L’Ideazione della fotografia genera, sin dai suoi primi successi, inediti scenari nel rapporto tra nuove tecnologie industriali e alcune forme tradizionali di espressività artistica.
La prima fotografia della storia (1826) è il tentativo di fissare la veduta da una finestra, sfruttando le capacità d’annerimento del bitume di Giudea su una lastra di peltro, con una posa di circa otto ore.
Il suo autore Nicéphore Niepce, interessato soprattutto alla riproduzione litografica, cerca un socio e lo trova in Philippe Daguerre, scenografo parigino ossessionato dalla riproduzione meccanica della realtà.
Daguerre è già celebre nella capitale per i suoi spettacoli di diorama ed ha buone aderenze politiche.
L’invenzione della fotografia (1839) con i suoi sviluppi successivi aveva già favorito una nuova conoscenza di popoli, luoghi e cose lontani.
La sua percezione pubblica come medium di massa cominciò a diffondersi soltanto verso la fine del sec. XIX, quando la tecnica della “lastra a mezzatinta” rese possibile riprodurre le foto sui libri, i giornali e le riviste.
Nei primi decenni del sec. XX il fotogiornalismo godeva ormai di una grandissima fama.
Cinema
Louis Lumière e Georges Méliès vengono riconosciuti come i fondatori del cinema.
La nascita ufficiale del cinema si fa risalire al 28 novembre 1895, data in cui i fratelli Lumière proiettano al Salon Indien a Parigi i primi cortometraggi a pagamento.
Con la nascita del cinematografo, le immagini in movimento diventano un mezzo di divertimento, un aiuto all’istruzione, uno strumento di ricerca e una della maggiore industrie al mondo.
Per la prima volta nella storia si assiste all’affermazione di una forma di spettacolo di accesso universale, che prescinde dal censo, dall’istruzione o da qualsiasi altra identità sociale.
Il nostro percorso proseguirà nei prossimi giorni con approfondimenti e tecniche della comunicazione visiva,
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